06/04/2022
Roatan e Jungle Jump: la storia di due capolavori raccontate da Luciano Pareschi e Paola De Biasi
Più di un parco acquatico, più di un parco tematico: un’oasi di divertimento di circa 80.000 metri quadri, che prende vita da 10.000 tonnellate di sabbia bianca, più di 2.000 palme e una vegetazione da far invidia ad un giardino botanico. Siamo a Jesolo Lido, ma è come essere in un mondo magico. Perché per sentirsi ai Caraibi, basta andare a Caribe Bay.
Caribe Bay è il parco acquatico di Luciano Pareschi e Carla Cavaliere, nato nel 1989 e conosciuto fino al 2019 – anno del cambio di nome – come Aqualandia.
Un parco che regala divertimento ed emozioni a tutta la famiglia: dalle acque agitate di Crazy River alle ampie curve del Toboganes, senza dimenticare le attrazioni su misura per i più piccoli di Pirates’ Bay. Un parco che fa innamorare i visitatori!

Tra le attrazioni più ricercate e amate del parco acquatico veneto ci sono Roatan e Jungle Jump: a raccontarle sul nostro blog sono Luciano Pareschi, proprietario di Caribe Bay e nuovo presidente di Parchi Permanenti Italiani, e Paola De Biasi, responsabile commerciale per il mercato italiano di New Dieresin Contract.
Roatan: il fiume lento tematizzato

Roatan è per molti addetti ai lavori un’icona dei parchi acquatici italiani: è un fiume lento fortemente tematizzato lungo 350 metri, che si snoda lungo un’area caratterizzata e scenografata fino ai più piccoli dettagli.
«Inizialmente ci eravamo dedicati ad attrazioni fortemente adrenaliniche e dedicate ad un pubblico più giovane. Sono nate così Spacemaker, Scary Falls, Jungle Jump – racconta Luciano Pareschi – Poi avevamo deciso di ampliare il concetto di parco acquatico, dove regnano gli scivoli acquatici, aggiungendo scenografie, spettacoli e coreografie. Avevamo allora bisogno di un’attrazione dedicata a tutta la famiglia: è qui che nasce l’idea di Roatan».
Il processo di progettazione di un’attrazione per parchi acquatici nasconde sempre numerose complessità. Per progettare il motore di Roatan, ad esempio, è stato necessario un importante studio da parte dei tecnici del team della New Dieresin. «La mia idea iniziale non aveva tenuto conto delle necessità tecniche – conferma lo stesso Pareschi – e per questo la competenza del team di New Dieresin è stata fondamentale. Ho ricevuto infatti un calcolo esatto delle specifiche tecniche necessarie: servivano dodici pompe e un impianto di depurazione specifico per le quasi mille tonnellate di acqua che vengono spostate lungo il percorso».
La progettazione di qualsiasi attrazione per parchi acquatici, infatti, parte dai più piccoli dettagli e ogni impianto viene progettato su misura per adattarsi allo spazio disponibile. Roatan non ha fatto eccezione, come racconta Paola De Biasi: «Il percorso previsto per il fiume prevedeva dei raggi di curvatura molto stretti. Perciò c’è stato uno studio importante da parte del nostro team per posizionare i vani dedicati alle pompe, che sono distanti tra loro e collegati da circa sette chilometri di tubi in polietilene. Inoltre il fiume si snoda lungo due percorsi paralleli abbastanza vicini: questa particolare situazione ha elevato ancora di più la difficoltà del lavoro».
Oggi Roatan è una delle attrazioni apprezzate dai visitatori di Caribe Bay: «Noi, come in ogni lavoro, abbiamo affrontato la sfida con tutta la nostra attenzione e la nostra passione per realizzare Roatan nel miglior modo possibile – continua la responsabile commerciale di New Dieresin – ed è stata una grande soddisfazione sapere che è così gradita dagli utilizzatori».
Jungle Jump: acquascivoli per volteggiare nel cielo
Caribe Bay presenta anche un’altra attrazione straordinaria per il mercato dei parchi acquatici italiani. È Jungle Jump, uno scivolo acquatico con una rapidissima discesa che catapulta gli utenti nel cielo e li fa volare e volteggiare, prima della caduta finale in piscina.
«Avevo visto un filmato di un parco acquatico in America e un’attrazione più di tutte mi aveva colpito: aveva tre scivoli con la parte finale alzata, e i ragazzi che si lanciavano volavano letteralmente verso il cielo – racconta Luciano Pareschi – Mi è piaciuta l’idea, così l’ho proposta a Paola e alla New Dieresin».
Questa idea arriva dunque al vaglio degli ingegneri del gruppo, che studiano l’ampiezza del salto prevista dall’angolo degli scivoli: per realizzare questo salto ci vorrebbe una piscina di atterraggio lunga 15 metri. Da qui, il team di New Dieresin ha lavorato fianco a fianco con Luciano Pareschi fino al collaudo finale: a fare il primo salto è lo stesso proprietario di Caribe Bay, sotto gli occhi increduli di tutto il personale del parco.
Da allora, Jungle Jump ha aggiunto un valore inestimabile a Caribe Bay. «È sempre una scommessa lavorare con Luciano Pareschi – dice Paola De Biasi – Le nostre aziende sono legate da stima reciproca: per noi di New Dieresin è sempre stimolante lavorare con Caribe Bay. Perciò non vediamo l’ora di ascoltare la prossima idea di Luciano».
E la prossima grande idea potrebbe non essere molto lontana: «Caribe Bay è un parco acquatico che cerca di realizzare sempre attrazioni interessanti per i nostri ospiti – chiude Luciano Pareschi – vedere i loro sorrisi e sentire i loro ringraziamenti per la giornata appena passata è la nostra più grande soddisfazione. Per questo è fondamentale per il nostro parco avere un’azienda partner capace di aprirsi a situazioni nuove e innovative. Per questo la collaborazione con New Dieresin è stata fondamentale in questi anni, e lo sarà ancora: nuove sfide ci attendono a breve».